giovedì 5 febbraio 2009

Preferisco sentirmi offeso da chi mi disinforma e da chi mi deruba: poi, .......de gustibus ( a cura di Emilio Mola)

Gentile avvocato Iacovazzi,
lei mi conosce, e quindi sa bene la stima che nutro nei suoi confronti. Per questo, certo che lei saprà vedere questa mia risposta in fondo non richiesta sotto la giusta lente, e cioè quella del democratico confronto, mi permetto solo delle dovute puntualizzazioni: come dice lei, per amore della verità. Nella sua lettera lei si lancia in un’appassionata filippica contro il giudice Borrelli, bollando come “deprecabile” l’invio dell’avviso di garanzia all’allora presidente Berlusconi, durante un congresso internazione sulla criminalità a Napoli. Punzecchia pure Antonio Di Pietro ricordandogli alcune peculiarità dell’istituto dell’avviso di garanzia. Bene nulla da eccepire, fuorché un piccolo particolare: quello non fu un avviso di garanzia. Si trattò di un semplice e banale “invito a comparire”. Che lei m’insegna, è tutt’altra cosa rispetto a un avviso di garanzia. A Berlusconi fu solo chiesto di riferire quel che sapeva in merito a presunte tangenti alla Guardia di Finanza. Nulla di più che questo. Secondo: Lei dice che Borrelli aveva la possibilità di notificare l’avviso (che avviso non fu) a fine congresso e in forma privata, senza quindi clamori. E infatti: quell’invito a comparire non gli fu notificato a Napoli (il 21 novembre come si disse) ma direttamente a Roma, a Palazzo Chigi il 23, a fine convegno. A rendere pubblica la faccenda durante il convegno fu il Corriere della Sera, non Borrelli. Da chi poi il Corriere abbia saputo di quel provvedimento, e forse qui sta il punto, è tutto da vedere. Quel che è certo è che Berlusconi denunciò i pm di Milano, la Procura di Brescia aprì un inchiesta e prosciolse il Pool da ogni accusa. Mentre una curiosa coincidenza fu che quando i Carabinieri il 21 chiamarono Berlusconi per elencargli le tre tangenti per cui era “invitato a comparire”, fecero in tempo a dire solo le prime due, perché il premier attaccò prima della quarta. E quali uscirono sul Corriere? Proprio le uniche due che Berlusconi aveva saputo prima di chiudere la cornetta. Mah. Una terza doverosa precisazione andrebbe fatta nel momento in cui lei scrive che il Pool infierì particolarmente contro Dc e Psi. Mi permetta di ricordarle che il pool di Milano rase letteralmente al suolo l’intera federazione milanese dell’allora Pci Pds, scoprendo che l’ex partito comunista, quasi da sempre, si spartiva con gli altri amici di governo e di merende la torta delle tangenti. Per fare un esempio, sugli appalti della metropolitana, dal 1987 al 1992, al Pci-Pds toccò regolarmente il 18,75 per cento dei soldi rubati ai cittadini. Quindi, così come il pool colpì il Pc Pds a Milano, che era probabilmente la federazione più ricca e potente, non vedo perché non avrebbe dovuto farlo altrove. Quarto: riguardo al papà della Moroni vorrei solo ricordare che si tolse la vita in casa sua dopo aver ricevuto una richiesta di autorizzazione a procedere per un episodio di finanziamento illegale che, tra l’altro, fu confermato nei confronti di tutti quelli che di Moroni erano coimputati. Quinto: Probabilmente condividendole (se no perché le ha messe) lei riporta le parole della ottima Moroni, scrivendo che il “pool politicizzato” avrebbe arrecato nocumento alla Dc e al Psi. Mi permetta di dirle che al massimo, a portare nocumento a quei due partiti e alla gente che in quegli ideali ci credeva davvero, sono stati i dirigenti che rubavano, non i magistrati che li hanno arrestati, facendo solo il loro dovere. Mi riferisco, per citarne i personaggi più emblematici e reo confessi, al latitante ( e non esule!) Bettino Craxi, condannato in via definitiva in due processi ( gli altri si sono estinti con l’estinto); e al sempre simpatico Cirino Pomicino, capace di speculare pure sui terremotati e la Madonna, e che, quando Di Pietro gli contestò una mazzetta da 3 miliardi, lui piccato lo corresse: “No guardi dottor Di Pietro, i miliardi erano 5 o forse più”. Mica è un pezzente. Ecco, secondo me sono stati loro a portare nocumento ai due partiti. Non i giudici. Forse se non avessero rubato a piene mani al popolo italiano, nessuno li avrebbe mai arrestati, e nessuno avrebbe portato nocumento ad alcun partito. Insomma, mi permetta di tirarmi fuori da quella parte di popolo italiano che dovrebbe sentirsi offesa dalle azioni del Pool e dei magistrati. Preferisco sentirmi offeso da chi mi disinforma e da chi mi deruba: poi, ..........de gustibus. (una citazione in latino pure per me). Firmato: Emilio Mola (ex segretario DS Oria==>[@], giornalista quotidiano Senzacolonne)

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