martedì 6 settembre 2011

QUALCOSA SULLE "GIORNATE FEDERICIANE" E SUL TENTATIVO DI LEGITTIMARE STORICAMENTE IL TORNEO DEI RIONI.

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Nel documento che state per leggere, a firma del prof. Cosimo Mazza, pubblicato nel "numero unico" della Prima edizione delle Giornate di Studio sull'Età Sveva" (Oria, 29-30.11.2008), a cura della Società di Storia Patria per la Puglia - Sezione di Oria, è spiegato, fra l'altro, perché a iniziare dal 1968 il castello normanno-svevo-angioino (proprietario allora il conte Gennaro Martini Carissimo) crebbe di importanza attirando sempre più l'attenzione da parte di forestieri e turisti di ogni parte del mondo.

[II neo presidente della Sezione di Oria della Società di Storia Patria per la Puglia, prof. Antonio Corrado, mi ha chiesto una testimonianza sulla vita della Sezione, così come è stata sperimentata da un socio aderente che vi ha partecipato con una certa continuità, fino a quando la stessa non si è isterilita richiudendosi nell'ambito dei soli soci ordinari.
Non è facile ripercorrere un lungo periodo che va dal 1968 al 2008. La sezione di Oria della Società di Storia Patria per la Puglia fu costituita quarant'anni fa, nel 1968, dopo la prima edizione delle "Giornate federiciane", realizzata a cura della locale associazione turistica Pro Loco, di cui era presidente il dott. Donato Palazzo. Nell'anno precedente si era avuta la prima edizione del Corteo Storico di Federico II - Torneo dei Rioni, una manifestazione rievocativo -spettacolare di un momento della storia del paese, organizzata dalla Pro Loco e collegata alla presenza in Oria del Castello. L'iniziativa aveva suscitato curiosità ma necessitava di un forte richiamo storico (forse sarebbe meglio dire di una "solida legittimazione storica"), e di contenuti validi nel tempo presente.

Si ritiene che questi motivi abbiano indotto i dirigenti della Pro Loco dell'epoca a ideare le Giornate Federiciane e il Gemellaggio con Lorch, cittadina tedesca del Baden - Wuttemberg (sempre nel nome e nel ricordo di Federico II di Svevia !).
A mio giudizio si trattava di dare attualità e spessore culturale all'iniziativa.
Le giornate di studio sulla figura e l'opera di Federico II si rivelarono immediatamente come un grandioso evento culturale per la nostra Città: non solo riuscirono a coinvolgere tutte le istituzioni del luogo, pubbliche private politiche e religiose, o catturarono l'attenzione degli studiosi locali, ma determinarono la presenza in Oria di grandi personalità del mondo della cultura e di esperti di storia giunti da diverse Università italiane e straniere.
L' evento risultò ancora più affascinante per la meravigliosa cornice storica in cui fu realizzato: il Castello Federiciano, messo a disposizione dal proprietario Conte Gennaro Martini Carissimo, dirigente della Pro Loco sin dalla fondazione e per otto anno Presidente. L' entusiasmo suscitato da questo evento straordinario fece maturare nel dott. Donato Palazzo il proposito di creare in Oria una Sezione della Società di Storia Patria per la Puglia, nella quale avrebbero potuto ritrovarsi i soci ordinari (non molti in verità) residenti nei comuni limitrofi.
Fu un atto di fiducia e di coraggio: all'epoca il dott. Palazzo era l'unico residente in Oria, iscritto alla Società di Storia Patria! Fu così che, sull'onda del successo della prima edizione delle Giornate Federiciane, si costituì in Oria la Sezione della Società di Storia Patria per la Puglia, col beneplacito del prof. Francesco Maria De Robertis, allora Presidente della Società, e l'assenso dei soci residenti nei Comuni vicini.
Il desiderio di formare nuove coscienze attente alla crescita culturale della Città, la volontà di coinvolgere energie fresche nel processo di valorizzazione del territorio, già avviato con la realizzazione delle prime due edizioni del Corteo Storico di Federico II -Torneo dei Rioni, spinsero il dott. Palazzo e gli altri ad aprire il neonato organismo culturale ai tanti che avevano collaborato per l'attuazione delle Giornate Federiciane o che in circostanze diverse avevano mostrato interesse per la storia patria.
(qui il testo stampato contiene una imperfezione .... manca qualcosa)
esterni. Le adesioni non mancarono e ai pochi soci ordinari se ne aggiunsero numerosi altri, giovani e meno giovani, desiderosi di conoscere e far conoscere le vicende che avevano caratterizzato il passato di questa nostra antichissima Città, nonché di adoperarsi per sviluppare occasioni di grande richiamo culturale e turistico, sfruttando le antiche tradizioni e il patrimonio culturale, storico, architettonico e paesaggistico che ci era stato trasmesso dagli antenati.
La sezione di Oria si configurò subito, sotto l'impulso del dott. Donato Palazzo, come uno straordinario laboratorio di ricerca, che spaziò oltre i limiti temporali del periodo svevo e contribuì a diffondere la conoscenza di eventi e personaggi illustri del passato (Quinto Mario Corrado, Mario Matarrelli Pagano ed altri). Nelle ricerche di storia patria s'impegnarono numerosi giovani, tanto che nel giro di poco più di un decennio i soci ordinari oritani passarono da zero ad uno e poi più di uno, fino a raggiungere e superare la decina.
Le giornate di studio su Federico II continuarono a tenersi con cadenza triennale. Alcuni soci s'impegnarono nel lavoro di studio e di ricerca e nelle Assisi fu data loro meritata visibilità. Altri soci si occuparono degli aspetti organizzativi dell'iniziativa, ossia di quei compiti che ironicamente io amo definire di manovalanza (lo dico perché io fui tra i manovali). A tutti, però, nei vari incontri di lavoro era prestata eguale attenzione; a ciascuno era consentito di esprimere il proprio parere e di dare il suo contributo. (Era l'epoca di Donato Palazzo commissario della Sezione, il quale, pur accentrando in se le responsabilità delle decisioni, perseguiva costantemente l'obiettivo di allargare il gruppo dei collaboratori, ascoltando tutti e ponendo tutti e ciascuno sul medesimo piano di considerazione).
Per l'adesione e la partecipazione di studiosi provenienti da diverse parti del mondo, le Giornate Federiciane s'intemazionalizzarono sempre più; continuarono a svolgersi nel Castello Svevo e costituirono, di edizione in edizione, motivo di crescente orgoglio per gli organizzatori e per i tanti cittadini comuni che ogni anno notavano l'incremento in Oria della presenza di forestieri e stranieri.
Era il tempo in cui si contavano i visitatori giornalieri e stagionali del Castello e della Cattedrale, e si cominciavano a muovere i primi passi d'incoraggiamento per le visite scolastiche!
Col passare degli anni il richiamo delle Giornate Federiciane diveniva sempre più forte, e non solo per gli addetti ai lavori, ma per tutti coloro - origani e non - che di anno in anno venivano sensibilizzati ed incuriositi verso il periodo svevo della manifestazione rievocativo-spettacolare del Corteo Storico di Federico II - Torneo dei Rioni. È questa una manifestazione pensata e voluta per la presenza del Castello, allo scopo di avvicinare ai fatti di un'epoca passata anche gente che non ha avuto la fortuna di frequentare gli studi e che fino ad allora aveva persino ignorato l'esistenza di Federico II e degli Svevi.
Da un fatto di elite le Giornate Federiciane andavano trasformandosi in un fenomeno di massa che - unitamente al Corteo Storico di Federico II - Torneo dei Rioni e ad un altro evento a questo collegato, il Gemellaggio Oria-Lorch - cominciò ad incidere sull'immaginario collettivo oritano, tanto che nel corso degli anni è stato possibile notare in Oria un notevole aumento di esercizi commerciali, di attività varie o di strade cittadine con nomi che richiamano il periodo svevo.
La Sezione di Storia Patria per un certo periodo sembrò diventare il volano della vita culturale della Città: si consolidò, crebbe, acquisì una sempre maggiore credibilità e una dimensione culturale di tale spessore che, nell'approssimarsi del cinquantenario dell'istituzione della Provincia di Brindisi, l'Amministrazione Provinciale ritenne di affidarle il compito di svolgere una ricerca sullo sviluppo economico, sociale, politico e culturale del territorio nei primi cinquant'anni di vita della Provincia.
(qui il testo stampato contiene una imperfezione .... manca qualcosa)
entusiasmò numerosi giovani, i quali aderirono all'iniziativa, si prepararono a costituire i gruppi di lavoro e ad avviare le attività di ricerca. Ma in quella circostanza ci fu qualcosa che determinò una battuta d'arresto nella vita della Sezione e rivelò alcuni limiti, che col tempo portarono ad un periodo di stasi totale.
Per organizzare la ricerca sulla Provincia, si tennero diversi incontri. Le riunioni si susseguirono e, con esse, le discussioni. Alla fine si videro naufragare gli intendimenti migliori: esplosero alcuni contrasti e si evidenziò un inaspettato individualismo che per certi aspetti, di tanto in tanto, mostra ancora qualche sussulto. Si generò un clima di sfiducia tale da indurre il Commissario a rinunziare all'incarico ricevuto dalla Provincia e a maturare l'idea di declinare la responsabilità di continuare a guidare la Sezione.
Approfittando del fatto che la Società doveva procedere alla nomina di alcuni soci, il dott. Palazzo segnalò i nomi di un gruppo di giovani, in gran parte di Oria, che nella loro esperienza di soci aderenti avevano maturato i requisiti per essere nominati soci ordinari. In tal modo si ebbe una base sufficiente per convocare l'Assemblea e per eleggere gli organi statutari.
Ciò avvenne e fu questo il primo atto vissuto nella Sezione da me e dagli altri soci aderenti.
Dopo circa quindici anni, in occasione della presentazione del volume sulla toponomastica locale dell'amico Pasquale Spina, io e il commendatore Cosimo Calò, in attesa dell'apertura dei lavori, ci trovavamo seduti l'uno accanto all'altro e cominciammo a chiacchierare ricordando il tempo della grande vitalità della Sezione e del nostro impegno. Nel chiacchiericcio generale, per sentirci, forse parlavamo con voce piuttosto alta, tanto da essere ascoltati da una signora forestiera che ci era seduta vicino. Questa signora si presentò, era del gruppo dirigente della Società della Storia Patria, ma non ne ricordo il nome, probabilmente non lo capii bene, come solitamente accade nelle presentazioni. Chiese di poter intervenire nella nostra conversazione e ci rassicurò che ben presto le cose sarebbero cambiate nella sezione di Oria.
lo e l'amico Calò ci rallegrammo, ma come si sa "tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare". Da allora sono passati diversi altri anni. In varie circostanze ho avuto modo di vedere in Oria il prof. Cosimo D'Angela, anzi una sera di un paio d'anni or sono capitammo seduti vicini davanti al bar Kenia, in piazza Manfredi, in attesa che avesse inizio la manifestazione del premio Cultura 2006. Non ci conoscevamo e tuttora non ci conosciamo: io lo conosco solo di vista e certamente lui ignora la mia esistenza, ma mi era stato indicato come il successore del compianto prof. De Robertis nella presidenza della Società di Storia Patria per la Puglia. Involontariamente, mentre parlava con altri, sentii che si lamentava a proposito d'incontri mancati (si riferiva ad Oria). Evidentemente erano in corso tentativi di chiarimento che si scontravano con qualche ostacolo! Nel corso dell'ultima estate, al mio ritorno in Oria dopo un periodo trascorso fuori, è venuto a trovarmi il prof. Antonio Corrado, il quale mi ha informato che alla fine del mese di maggio si era riunita l'Assemblea (soci ordinari), che era stato eletto il nuovo Consiglio Direttivo e che egli era divenuto il Presidente della Sezione. Mi ha messo al corrente del suo programma, della ripresa delle Giornate Federiciane (sia pure - ahimè! - sotto altro nome), della pubblicazione di un quaderno della Sezione, della volontà di ricostituire il nucleo dei soci aderenti e delle risposte positive che andava registrando man mano che avvicinava coloro che nel passato erano stati iscritti alla sezione con tale qualifica.
Sono stato contento e gli ho dichiarato che pure io avrei rinnovato l'adesione, anche se dalla prima esperienza ormai sono passati tanti anni e l'età non sempre favorisce il ritorno agli entusiasmi
(qui il testo stampato contiene una imperfezione... manca qualcosa)
per complimentarmi ancora col prof. Corrado e con gli amici del nuovo Consiglio Direttivo per la ritrovata unità. A ciascuno di loro formulo l'augurio di buon lavoro e di operare tenendo sempre presenti gli interessi preminenti della Sezione, in cui dovranno essere collocate tutte le iniziative tese a dare ai giovani una prospettiva di crescita culturale e ove eventualmente, solo se resta spazio, potranno trovare posto anche alcune legittime aspettative dei singoli. Mi sia permesso pure di rivolgere loro una raccomandazione: ricordate che prima di voi altri uomini hanno creduto nella possibilità di contribuire al risveglio ed allo sviluppo di questa nostra Città, alla crescita umana, morale, civile e culturale della nostra gente. Molti di loro hanno dato prova di saper operare con spirito di abnegazione, senza risparmio di energie, e qualcuno ha pure rischiato la vita. Alcuni di quegli uomini non sono più tra noi, come Eugenio Travaglino (socio ordinario), Annibale Stranieri (socio aderente) ed altri ancora che, in silenzio e nel rispetto dei ruoli hanno lavorato per la Sezione e per la Città.
Nessuno della sezione, semplice iscritto o dirigente che sia, dimentichi mai che questa nostra Comunità ha bisogno di riferimenti certi, perché possa uscire dalla situazione attuale di incertezza e possa trovare la via giusta per costruire un futuro più sereno per le nuove generazioni.
È questo un obiettivo che merita di essere perseguito, ma il cammino è irto di difficoltà, che potranno essere superate più agevolmente se non mancherà il contributo di tutti, offerto da ciascuno con umiltà e disinteresse.
Prof. Cosimo Mazza -Socio della Società di Storia Patria per la Puglia - Sezione di Oria.]
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