Rocco e Rosaria Greco |
Belle domande, a cui non è facile rispondere con pochi
righi.
La domanda “Chi era Rosaria Greco?” trova risposta nel
contenuto del libretto post mortem scritto dal padre, dal titolo “In memoria di
Rosaria Greco”, che potete leggere al seguente LINK (se vi riesce difficile con
lo smartphone vi consiglio di utilizzare un computer). L’unica cosa che non
troverete scritta è la malattia che le causò la morte quando ancora non aveva
compiuto 16 anni.
Per rispondere all’altra domanda “Perché dovrebbe
essere ricordata, commemorata?” devo necessariamente parlarvi del suo papà:
Rocco Greco.
Ciò premesso, devo evidenziare che l’occasione per scrivere
nei giorni scorsi di Rosaria Greco mi è stata data da un sopralluogo che ho
effettuato il giorno 14 c.m. in Via Vela, dovendo confezionare un articolo relativo
alla toponomastica (LINK). Percorrendo detta strada periferica, mi sono
soffermato ad osservare per qualche minuto, dall’esterno, il “Centro Sociale
ANNIBALE MARIA DI FRANCIA delle Suore Figlie del Divino Zelo”.
Tornato a casa, chissà perché, come stregato, come
attirato da non so che, sono stato letteralmente calamitato da un'assillante curiosità,
ovvero ricercare notizie sull’origine di detto istituto.
L’unico mezzo per colmare la mia curiosità, non
potendo recarmi nella biblioteca e/o archivio storico comunale (in quanto ancora chiusi), era di cercare
qualche dato in alcuni libri della mia modestissima collezione. La fortuna mi
ha arriso, facendomi leggere alcune pagine di un libro donatomi dal
compianto prof. Alvaro Ancora, con tanto di dedica autografa datata 15 luglio 2013. In una delle pagine, dedicate alla presenza in Oria, agli inizi del secolo scorso, di Padre Annibale Maria di Francia, era riportato lo stralcio del testamento olografo di Rocco Greco, genitore di Rosaria.
compianto prof. Alvaro Ancora, con tanto di dedica autografa datata 15 luglio 2013. In una delle pagine, dedicate alla presenza in Oria, agli inizi del secolo scorso, di Padre Annibale Maria di Francia, era riportato lo stralcio del testamento olografo di Rocco Greco, genitore di Rosaria.
"....voglio
anche destinare [....] parte di dette mie sostanze all'Orfanotrofio Antoniano
Femminile del luogo, il quale assumerà gli obblighi come appresso indicati
[....]
-
Parte del fondo Vela o Parietone con la Casina Civile, fabbricati annessi e
connessi ed accessori, ove ho vissuto per circa sedici anni con la mia cara
Rosaria, e perciò ricco di innumerevoli incancellabili ricordi che per me lo
rendono inestimabile.
All'Orfanotrofio
Antoniano Femminile del luogo, mobili, biancheria ed ogni suppellettile esclusi
- perchè vi venga dalla Direzione del detto Istituto creata una Colonia, se non
permanente, almeno estiva, di conveniente numero di Orfane di menomata salute
fisica, convertendo in Cappella la camera ove la mia Rosaria esalò la sua
bell'anima a Dio ed apponendo sul frontespizio del fabbricato civile ed a
caratteri cubitali la seguente dicitura: Colonia Rosaria Maria Egidia [....]
Preciso anche che l'intero salotto con la radio Fada si apparterranno al
precitato Orfanotrofio Antoniano Femminile per mobiliare in permanenza la sala
di entrata di Casina Parietone [....]. Sui due fiorenti Orfanotrofi Antoniani
Maschili e Femminile, ammirata opera di carità e di fede del compianto
Fondatore Canonico Annibale Maria di Francia, il cui fervido apostolato viene
perpetuato dal Rev.mo Padre Francesco Vitale, piovano le benedizioni di Dio e
dell'Umanità beneficata e l'augurio di ogni prosperità [....]
Oria, dalla Casina Parietone 18 luglio 1943 - Rocco Greco"
Sempre
rovistando nei miei libri ho rintracciato qualche notizia sulla figura di Rocco
Greco, che andasse oltre quello che molti oritani hanno sempre sentito dire,
ovvero “quel Rocco Greco, podestà in Oria durante il fascismo, passato alla storia
come quello che nel 1933 permutò il castello normanno-svevo con Palazzo Martini
di proprietà del Commendator Giuseppe Martini Carissimo.” Giova evidenziare che
negli ultimi anni, in occasione dell’acquisto del castello da parte della Borgo
Ducale srl, avvenuto nel 2007, molti, nel leggere l’atto di permuta del 1933,
hanno forse frettolosamente pensato (e
scritto) che il fascistissimo podestà Rocco Greco (LINK) fece un regalo al Martini Carissimo. Per capire come effettivamente si arrivò a quella permuta vi consiglio
di leggere il libro di Glauco Caniglia “Il Castello di Oria, vicende giuridiche
e prospettive….”
Rocco
Greco, nato in Oria il 26 ottobre 1881, era figlio di Antonio, proprietario
terriero che fu assessore comunale nella Giunta capeggiata dal Cav. Francesco
Milizia (1905-1906). Fra i fratelli e sorelle di Rocco mi è stato possibile
rilevare finora due nomi: Innocente e Francesco. Rocco studiò e conseguì la
laurea di Dottore in Farmacia; partecipò alla prima guerra mondiale come
Ufficiale degli Alpini (riportando una mutilazione), in congedo col grado di Tenente Colonnello. E’ stato
sindaco di Oria dal 03/08/1924 al 20/06/1926. Con l’avvento del Fascismo, fù
uno dei primi ad iscriversi al Partito Nazionale Fascista e fedelissimo al Duce
ricoprì per ben 6 volte, non consecutive,
la carica di Podestà (fino al
22/07/1939). Carica podestarile che ricoprì anche nella vicina Erchie nel 1926-1927.
Forse non sbaglio se affermo che egli ha il primato come durata alla guida del
governo della città, se si considera che fra la carica di Sindaco e di Podestà
ha esercitato per 150 mesi, pari a complessivi circa 12 anni e 6 mesi.
Per le sue doti e le sue benemerenze fu
insignito dell’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia e, a differenza di qualche amministratore del nostro tempo, non usava firmare anteponendo il titolo di Dr.
e/o di Cav.
Nella
vita privata fu un uomo molto provato dalle avversità: il 2 febbraio 1925 gli
muore il figlio Antonino di appena sei mesi; il I° settembre 1925 nasce la
figlia Rosaria che muore, non ancora sedicenne, il 21 maggio 1941, a seguito di
alcuni anni di sofferenza causata da una malattia allora incurabile (tisi,
mi è stato riferito); dopo pochi mesi, la moglie si ammalò di tifo e morì il I°
gennaio 1926. Rocco Greco, distrutto dal dolore causato dalla prematura morte
della diletta figlia Rosaria (Sara), insieme alla quale aveva vissuto per oltre 15 anni, morì all’età
di 62 anni.
Durante
il Fascismo, per combattere la disoccupazione furono avviati lavori pubblici:
la costruzione dell’edificio scolastico “De Amicis” dopo la demolizione del
Palazzo dei Celestini
(avvenuta nel 1912, prima dell'avvento del Fascismo, per volere del sindaco Gennaro Carissimo); la pavimentazione di Via Pasquale Astore e Via
Castiglione; la realizzazione di parte della strada per il Santuario di San
Cosimo; nell’aprile 1926 ci fu l’inaugurazione della rete elettrica pubblica; intorno
al 1927 l’acqua del Sele giunse ad Oria e fu avviata la costruzione della rete
fognante, che fu completata con la costruzione delle vasche di spurgo sulla via
per Torre SS; furono innalzati tre monumenti: a Costantino nel piazzale della
Cattedrale, il Fante Glorioso nell’attuale piazza Lorch, il monumento ai Caduti
della Prima Guerra Mondiale nel piazzale antistante il cimitero; fu acquistato
il terreno da adibire a campo sportivo (ove adesso trovasi il municipio e l’adiacente
area archeologica). Nell’attuale piazza De Jacobis, ove adesso è ubicato l’ufficio
postale sorse La Casa del Fascio, un immobile a tre piani che ospitava la sede
del Partito Nazionale Fascista, la sede della GIL (Gioventù Italiana del
Littorio) la sede della ONB (Organizzazione Nazionale Balilla); la sede dei
Giovani Italiani e degli Avanguardisti.
In
Italia il Fascismo instaurò un duro regime poliziesco, gli oppositori venivano
arrestati, imprigionati o costretti al confino, cioè a vivere in una località lontana
dal luogo di residenza e dalla famiglia. Nella sola provincia di Brindisi, tra
il 1926 e il 1943, furono 76 i confinati politici. Ad Oria fra coloro che subirono
arresti e provvedimenti di confino, ho rilevato i seguenti nomi: Cosimo Delli
Santi (padre di Albino, deceduto di recente), Luigi Oggiano, Salvatore Mingolla e Pasquale Galiano. Quest’ultimo, primo sindaco comunista, è colui
che è stato il più perseguitato dal regime fascista (LINK in questo blog)
Interessante, altresì, da leggere la pagina 67 del libro che potete scaricare al seguente LINK
Inevitabilmente
il dissenso e le conseguenti persecuzioni crearono odio, astio, dissapori e rancori fra coloro che gestivano il potere e una parte dei cittadini.
Per
legge il Podestà, coadiuvato da una
Consulta municipale, accentrava su di se ogni funzione politico-amministrativa
al pari dei Commissari Straordinari dei giorni nostri. In pratica però il potere
veniva anche esercitato (a volte abusandone) dal Segretario del
Fascio e dai vari gerarchi.
Fra
i Segretari del Fascio vengono maggiormente ricordati Paolo Filotico (padre del compianto Titti), Gaetano
Scazzeri, Francesco Greco (fratello di Rocco), Arnaldo Scardapane. Fra i vari
gerarchi fascisti, ovvero componenti del Direttorio, vengono maggiormente
ricordati: Italo Caniglia, il rag. Giuseppe Palazzo, l’Ins. Giuseppe Proto, il
rag. Pasquale Fullone. Mi è stato altresì riferito oralmente che un uomo del
regime, alquanto attivo, era tale Don Peppu Ti La Posta (cognome PEPE)
Il
compianto avvocato Cosimo Iacovazzi, in un’intervista di circa 20 anni fa ebbe a
dichiarare:
“Mio
padre aveva la licenza elementare; reduce della guerra 1915-18, durante la
quale aveva ricevuto sul campo dai francesi una medaglia di merito, venne
assunto come vigile urbano. Egli non aveva la tessera fascista e, per
controversie con il segretario politico del tempo, venne licenziato. Un giorno
c’era un’adunata fascista in Piazza Manfredi e mentre quel segretario politico
arringava la folla, passava, in piazza, mio padre che teneva me per mano (avevo
due anni) e mia madre che era incinta di mia sorella Maria (era l’anno 1927).
Il segretario, additando mio padre alla folla, disse: “In questo momento passa
un nemico della patria, un sovversivo”, scese dagli scalini del Sedile e sferrò
un calcio che colpì al basso ventre mia
madre. Questo gesto provocò l’indignazione di tutti, persino degli stessi
fascisti, molti dei quali abbandonarono la piazza.” (Libro scuola
media Oria, anno scolastico 2001-2002 dal titolo MOMENTI….. IL VENTENNIO
FASCISTA IN ORIA)
A
proposito di Pasquale Galiano è degno di nota quanto segue: ebbe otto figli e a 5 di
essi diede nomi dal pregnante significato ideologico, libertario ed
antifascista: Libertà, Libero pensiero, Libero amore, Eguaglianza e Giustizia,
successivamente modificati contro la sua volontà in virtù di una sentenza del
Tribunale di Brindisi. Durante uno dei tanti periodi di detenzione o
confino, la moglie si recò al Comune di Oria per chiedere assistenza per la
figlia Libertà, gravemente malata, ma il Podestà rifiutò dicendo: “Meglio se
muore”. Quando Libertà morì a Pasquale fu concesso di assistere ai funerali.
Dopo poco tempo anche la figlia del Podestà morì.” (da un’intervista ad Aurora,
figlia di Pasquale Galiano) [(Libro scuola media Oria, anno scolastico
2001-2002 dal titolo MOMENTI….. IL VENTENNIO FASCISTA IN ORIA]
Rocco
Greco, oltre ad essere un fedelissimo del Duce ed avere influenti ed importanti
amicizie anche fuori Oria, era sicuramente dotato di quei requisiti necessari
per esercitare le funzioni di Podestà, come si può rilevare dal contenuto di
una relazione del Prefetto Perez al Capo di Gabinetto del Capo del Governo,
datata 13.11.1929: “……..Ad Oria fu necessario addivenire allo scioglimento
del Direttorio del Fascio, del quale facevano parte due impiegati del Comune
che ne abusavano per violare i loro doveri d’ufficio…… Il dissidio tra il
Podestà Cav. Dott. Rocco Greco e il
Segretario Politico è stato transitorio ed ebbe origine dalle contravvenzioni
elevate a carico di certo_________ per violazione alla legge sulla disciplina
del commercio. Il fascio parteggiava per il Segretario politico, destando il
risentimento del Podestà, che peraltro da qualche tempo, e dopo lo scioglimento
del Direttorio è tornato in buoni rapporti con il dott.___________
Il Podestà Dott. Rocco Greco, che è un vecchio fascista, ha certamente carattere autoritario in parte modificato, dopo ripetuti richiami avuti da me. D’altro canto, in un paese come Oria che già risentiva del sovversivismo della vicina Francavilla Fontana un podestà poco energico non sarebbe assolutamente indicato. Invero io ho pensato ripetutamente alla sostituzione del podestà, che mi ha accennato varie volte di dimettersi, ma mi sono arrestato di fronte alla difficoltà della scelta perché se qualche elemento più idoneo del Greco esiste in Oria per assumere alla carica di Podestà, esso non è iscritto al Partito, che localmente non offre uomini utilizzabili alla bisogna. …..”
Il Podestà Dott. Rocco Greco, che è un vecchio fascista, ha certamente carattere autoritario in parte modificato, dopo ripetuti richiami avuti da me. D’altro canto, in un paese come Oria che già risentiva del sovversivismo della vicina Francavilla Fontana un podestà poco energico non sarebbe assolutamente indicato. Invero io ho pensato ripetutamente alla sostituzione del podestà, che mi ha accennato varie volte di dimettersi, ma mi sono arrestato di fronte alla difficoltà della scelta perché se qualche elemento più idoneo del Greco esiste in Oria per assumere alla carica di Podestà, esso non è iscritto al Partito, che localmente non offre uomini utilizzabili alla bisogna. …..”
Secondo
le risultanze delle ricerche del prof. Alvaro Ancora, Rocco Greco nel 1914-1915
sarebbe stato considerato un “massone” e insieme ai Consiglieri Comunali Zaccaria
Pinto, Nicola Salerno Mele ed Arcangelo Parlatano si teneva in contatto con la
Loggia Massonica di Taranto. Per il Parlatano ed il Greco esiste la
testimonianza scritta di Padre Annibale (lettera del Di Francia al Vescovo Di
Tommaso del 31 gennaio 1915). Nella seduta consiliare del 24 luglio 1914 per le
elezioni del Sindaco e della Giunta, Salerno Mele venne nominato sindaco, Greco
assessore delegato e Parlatano assessore ai lavori pubblici.
Dopo
questi accenni sulla figura di Rocco Greco e su alcuni aspetti del periodo
fascista in Oria, torno a parlare del libretto “In memoria di Rosaria Greco”.
Rocco
Greco scrive:
-
all’alba del 5 maggio impetra dalla Madonna Ausiliatrice la grazia della sua
guarigione; presenta alla Stessa il suo voto di castità e implora perdono
per i miei peccati;
-
verso la sera del giorno 7 mi dice “Papà mi sento fiacca…… La Madonna mi
porterà con sé.”
-
verso le ore 11:00 del 13 maggio, la figlia Rosaria ha una
visione ad occhi aperti, riferendo ai presenti che le sono apparse varie figure
(Gesù Crocefisso, la Madonna che schiaccia la testa al serpente, alcuni
Santi, l’Eterno Padre con un grande libro in mano, etc.);
-
che Rosaria morì alle ore 1 del 21 maggio, giorno dedicato alla Vergine
Santissima della Croce;
-
parole struggenti quelle dette da Rocco Greco al cimitero. Parole che mi hanno
toccato e mi toccano profondamente ogni volta che le rileggo. A mio parere è
una sorta di testamento spirituale e materiale, concludendo che non vede l’ora
di riunirsi con la figlia diletta, ma anche con la moglie ed il piccolo Antonino.
Degno di nota il seguente passaggio “ Ossequiente alla volontà di mia
figlia, Vi prego di perdonarmi se involontariamente Vi arrecai offese, così
come io a tutti ho perdonato”.
Sicuramente
tanto dolore lo portò alla morte. Morì circa due anni dopo, all’età di 62 anni
dopo aver scritto di proprio pugno il testamento col quale donava alle suore dell’Orfanotrofio
Femminile la casina del Parietone con annessi e connessi. Per il momento mi
fermo qui, riservandomi di tornare a scrivere per spiegarvi altro.
P.S.:
non so a voi, a me ha fatto molto riflettere un filo comune che lega alcuni
accadimenti che hanno avuto come protagonisti Rocco Greco e la figlia nel mese
di maggio 1941. Filo comune di carattere altamente religioso. Mi riferisco alla
Madonna. Il 13 maggio, giorno in cui Rosaria ebbe una visione celestiale, mi ricorda l’apparizione della Madonna ai tre
pastorelli di Fatima, avvenuta anni prima. Una domanda nasce spontanea: altri prima di me hanno
fatto queste riflessioni? A qualcuno è mai venuto in mente negli scorsi decenni
di chiedere la beatificazione di Rosaria Greco?