Discreto afflusso di pellegrini (un paio anche stranieri) ieri sera presso il santuario della Madonna di Gallana. Prima della messa officiata dal parroco della Basilica Cattedrale, Mons. Barsanofio Vecchio, collaborato dal seminarista Pasquale Dellomonaco, nello spazio antistante la chiesa è stato recitato il Santo Rosario, nonchè l'antica nenia che fa parte di un antichissimo e consolidato rito
(una commistione di sacro e profano, di simbolico ed esoterico).
Il rito
prevedeva giri attorno all'altare, illuminato da quindici lampade ad
olio, recitando un’antica nenia, nella fiduciosa certezza della
protezione mariana, espressa nella seguente invocazione dialettale:
Vabbanni, tantazzioni, e no' mi turmintari!
No' ti la pigghi, no, l’anima mia!
Cientu cruci mi fici an vita mia
la notti ti la Vergini Maria!
Io mi li fici e mi li seppi fari
parti ti l’anima mia tu no' naìri!
No' ti la pigghi, no, l’anima mia!
Cientu cruci mi fici an vita mia
la notti ti la Vergini Maria!
Io mi li fici e mi li seppi fari
parti ti l’anima mia tu no' naìri!
Per la prima volta nella storia la messa è stata accompagnata da canti e suoni con tanto di strumenti ed amplificazione che davano la possibilità di seguire anche all'esterno della chiesa. Ciò è stato possibile grazie all'opera del maestro Euprepio Carbone, che nell'occasione è stato colaborato dal geometra Pino Caforio, oltre che da alcuni fedeli residenti nel pressi della chiesa.
Nella giornata di oggi si verificherà un'altra novità: al fine di avere più spazio per passeggiare, per la prima volta nella storia le bancarelle non occuperanno la strada che dalla provinciale Oria-Latiano porta al santuario, bensì saranno allocate in un vicino uliveto.