Se siete proprietari di un'autovettura, motociclo o ciclomotore con revisione scaduta prima del mese di febbraio 2020 o scadente fino al mese di luglio 2020, siete autorizzati a circolare fino al 31 ottobre 2020 (data entro la quale occorre effettuare la revisione), senza che nessuna Forza di polizia possa multarvi e sequestrare il mezzo.
Mi è stato riferito che certi personaggi oritani (in malafede) vanno dicendo che è consigliabile far sottoporre subito il mezzo a revisione, poichè esiste (a loro dire) il rischio concreto che qualche operatore ignorante, in occasione di un controllo su strada, può fare multa e sequestrare il veicolo, salvo poi rivolgersi ad un legale (con relativo esborso di denaro) per ottenere l'annullamento dell'ingiusto verbale.
A questa fantasiosa tesi i sedicenti personaggi, per rendere più energico ed efficace il terrorismo psicologico sul malcapitato di turno, aggiungono la frase: "in caso di revisione scaduta, la Compagnia assicurativa può esercitare in tutto o in parte il diritto di rivalsa in caso di incidente, e quindi per te sarebbero uccelli amari, in quanto dovresti restituire le somme pagate nei confronti dei soggetti coinvolti nel sinistro."
Comportamento inqualificabile da parte di questi tizi.
Nell’ambito delle attività di contrasto alla diffusione del Covid-19 decise dal Consiglio dei Ministri ed inserite nel Decreto “Cura Italia“, c’è anche una norma specifica che proroga la scadenza delle revisioni auto:
‘’Prorogata fino al 31 ottobre 2020 la circolazione dei veicoli da sottoporre entro il 31 luglio 2020 alle attività di visita e prova di cui agli articoli 75 e 78 del Codice della Strada, ovvero alle attività di revisione di cui all’articolo 80 del medesimo Codice”.
Diego Brambilla, vicepresidente Aicc (Associazione ispettori centri di controllo), in un post sul suo blog afferma che in base alla circolare del Ministero dell’Interno prot. 300/A/3977/20/115/28 del 05/06/2020, sono autorizzati a circolare fino al 31 ottobre 2020 anche i veicoli con la revisione scaduta prima del mese di febbraio 2020.
Tale circolare parla di un regolamento UE in base al quale è prevista una proroga di 7 mesi per i veicoli immatricolati in paesi membri.
domenica 21 giugno 2020
venerdì 5 giugno 2020
ORIA - VIA FILIPPO (Filippa) DI COSENZA RETTIFICATA OLTRE UN ANNO FA..... MA SOLO SULLA CARTA !!!
Grazie alla nota inviata alla sindaca nel febbraio 2019 da un'associazione, due mesi dopo l'amministrazione comunale aveva finalmente deciso di porre riparo ad uno strafalcione della toponomastica cittadina (risalente al 2001), ma, ahimè, a distanza di ben 14 mesi la rettifica è rimasta solo sulla carta.
Forse l'Ufficio Toponomastica e l'Ufficio Tecnico Comunale hanno ignorato le direttive della Giunta Comunale, se si considera che a tutt'oggi la targa toponomastica porta ancora la dicitura VIA FILIPPO DI COSENZA.
Delibera di Giunta Comunale N. 57 del 02/04/2019 avente per OGGETTO: Rettifica Deliberazione di G.C. n. 71 del 11.05.2001 avente ad oggetto “Denominazione nuove vie nel centro abitato”
Richiamata la precedente Deliberazione di G.C. n. 71 del 11.05.2001, con la quale si procedeva a denominare una serie di strade cittadine, tra le quali la Strada in Contrada Palombara Piccola, trasversale alla Via Provinciale per Manduria denominata “Via Filippo di Cosenza”;
Constatato che tale denominazione è da considerare certamente errata in quanto il personaggio storico alla quale si voleva intitolare la richiamata arteria stradale era la baronessa Filippa di Cosenza, seconda moglie di Guglielmo dell’Antoglietta, figlio di Giovanni, cavaliere francese che scese in Italia al seguito di Carlo I d’Angiò, che in Oria fece edificare la Chiesa ed il convento di San Giovanni Battista;
Ritenuto pertanto necessario correggere questo errore, aggiornando la toponomastica;
1.Di rettificare la precedente Deliberazione di G.C. n. 71 del 11.05.2001 avente ad oggetto “Denominazione nuove vie nel centro abitato” nella parte in cui denomina la strada in C.da Palombara Piccola, trasversale alla Via Prov.le per Manduria apportando la seguente modifica: “Via Filippa di Cosenza” in sostituzione di “Via Filippo di Cosenza”;
2.Di incaricare l’ufficio “Toponomastica” e l’Ufficio Tecnico Comunale ad adottare gli atti opportuni per modificare la denominazione della strada.
Forse l'Ufficio Toponomastica e l'Ufficio Tecnico Comunale hanno ignorato le direttive della Giunta Comunale, se si considera che a tutt'oggi la targa toponomastica porta ancora la dicitura VIA FILIPPO DI COSENZA.
Delibera di Giunta Comunale N. 57 del 02/04/2019 avente per OGGETTO: Rettifica Deliberazione di G.C. n. 71 del 11.05.2001 avente ad oggetto “Denominazione nuove vie nel centro abitato”
Richiamata la precedente Deliberazione di G.C. n. 71 del 11.05.2001, con la quale si procedeva a denominare una serie di strade cittadine, tra le quali la Strada in Contrada Palombara Piccola, trasversale alla Via Provinciale per Manduria denominata “Via Filippo di Cosenza”;
Constatato che tale denominazione è da considerare certamente errata in quanto il personaggio storico alla quale si voleva intitolare la richiamata arteria stradale era la baronessa Filippa di Cosenza, seconda moglie di Guglielmo dell’Antoglietta, figlio di Giovanni, cavaliere francese che scese in Italia al seguito di Carlo I d’Angiò, che in Oria fece edificare la Chiesa ed il convento di San Giovanni Battista;
Ritenuto pertanto necessario correggere questo errore, aggiornando la toponomastica;
DELIBERA
I motivi indicati in premessa espressi si intendono qui integralmente riportati e confermati;1.Di rettificare la precedente Deliberazione di G.C. n. 71 del 11.05.2001 avente ad oggetto “Denominazione nuove vie nel centro abitato” nella parte in cui denomina la strada in C.da Palombara Piccola, trasversale alla Via Prov.le per Manduria apportando la seguente modifica: “Via Filippa di Cosenza” in sostituzione di “Via Filippo di Cosenza”;
2.Di incaricare l’ufficio “Toponomastica” e l’Ufficio Tecnico Comunale ad adottare gli atti opportuni per modificare la denominazione della strada.
lunedì 1 giugno 2020
ORIA, ANNO 1915: I RAPPORTI DI SANT'ANNIBALE M. DI FRANCIA CON IL VESCOVO ED I POLITICI (il prete Cosimo Ferretti Assessore Comunale)
Oggi in Oria si festeggia Sant'Annibale M. di Francia.
Pubblico lo stralcio di un "lavoro" del compianto prof. Alvaro Ancora dal titolo "Il primo quindicennio del Novecento e P. Annibale M. di Francia."
MISSIVA DI PADRE ANNIBALE MARIA DI FRANCIA AL VESCOVO ANTONIO DI TOMMASO
Oria, 31 gennaio
1915
Eccellenza
Venerabilissima,
Mi
affretto a rendere consapevole la S.V. di un periodo non lieve che minaccia il
possesso del Monastero di S. Benedetto goduto finora dai Signori Errico e dalla E.V.:
pericolo che per legittima conseguenza minaccia la esistenza dell’Orfanotrofio
e della Scuola di lavori che vi sono stabiliti con tante fatiche, con tante
paterne premure, e con tanti dispendii da parte della E.V..
Tanto
vengo ad esporle, perché la E.V. veda se vi sia da apporre qualche rimedio, che
io non saprei quale; salvo il ricorrere con umili preghiere a Nostro Signore e
alla SS. Vergine.
Ed
ecco di che si tratta.
Sono
pochi giorni che si presentò da me a S. Pasquale, il Rev. Padre Cosimo
Ferretti, in qualità di Assessore al Municipio di Oria, e tra l’amichevole e l’officioso
mi fidò che il Municipio, cioè l’attuale Amministrazione, intende di annullare
il contratto di cessione del Monastero di S. Benedetto agli Errico e
ripigliarsi il cespite, per mancata condizione, ovvero per inadempimento alla
condizione sine qua non posta nel contratto, che nel termine di cinque
anni, quale scopo esclusivo della cessione gratuita, il Dottor Barsanofio
Errico avrebbe dovuto fondare un Istituto atto alla educazione delle giovanette
di media condizione della Città di Oria.
Io
obbiettai che il patto era stato di tenersi un’opera di beneficenza (così io
avevo sempre appreso dagli Errico, ed anco, parmi, da V.E.). Ma il Ferretti mi
replicò che non l’opera di beneficenza, ma un convitto di media condizione, si
obbligò di fondarvi l’Errico in fra i cinque anni con clausola risolutiva del
contratto. Mi assicurò, non di meno, che rientrando il Municipio nel possesso
del Monastero rispetterà l’Orfanotrofio, salvo che si vorrebbe prendere una
metà per cederlo al governo per mettervi i soldati chi sa il castello non fosse
sufficiente. Anzi, a quanto mi fece capire, il paese vorrebbe che soldati
ne venissero pure, perché dicono che spenderebbero per vivere, e così Oria
avrebbe introiti. La metà che già il Municipio disegna di disporre per l’esercito
sarebbe quella appunto dell’Orfanotrofio e dell’Esternato, telai, ecc., come
più prossima al castello; l’altra metà, che hanno le Benedettine, il Municipio,
disse il Ferretti, la cederebbe a noi, cioè all’Orfanotrofio. In quanto alle
Benedettine, dice egli, le prenderemmo con noi!
Vede
V.E. quale arruffamento di cose si va macchinando? Dopo la visita del Ferretti,
io volli informarmi dei precisi termini del contratto per vedere se il
Municipio, o noi, avessimo delle ragioni a cui appigliarci. Essendo io poco
bene ad un piede per un urto in una quasi caduta da più di una settimana,
mandai dai Signori Errico la Superiora dell’Orfanotrofio Suor M. Carmela per
dimandare copia del contratto. Gli Errico si protestarono che essi sono nel
loro pieno dritto, che il Monastero è di proprietà di loro e di V.E. e che il
Municipio nulla à a che fare, ecc. ecc.. Ma fin qui parole. Copia del contratto
dissero non averne o averla smarrita, ma il domani, che fu ieri, mi mandarono
scritto a lapis il foglio che integralmente Le rimetto, dopo averne fatta
copia.
Dai
due articoli della Deliberazione del 20 giugno 1906, trascritta nel foglio
accluso, chiaramente si rileverebbe che noi siamo dal lato del torto! Secondo
questi due articoli il Municipio di Oria è nel suo dritto di ripigliarsi il
cespite, poiché il Dottor Errico cessionario lasciò trascorrere i cinque anni
senza fondare l’Istituto per le giovanette di media condizione! Per essere
maggiormente certi di questo dritto, il Sindaco e gli Assessori, alquanti
giorni prima della visita del Ferretti a S. Pasquale, mandarono sottomano a
chiedere due fogli di quel Programma che scrisse V.E. e pubblicammo in
occasione dell’apertura della scuola di lavori. Il Ferretti infatti citò a me
quel Programma per dirmi che quello non accenna affatto ad Istituto per
educazione di classe media. Ma perché due copie? Se ne vorrà mandare una all’Autorità
Governativa?
Dal
2° articolo della Deliberazione del 20 giugno 1906, si rileva pure che dimani,
se la S.V. dovesse riconsegnare al Municipio di Oria il locale (il buon Dio non
voglia), tutte le spese fatte per accomodi e trasformazioni sarebbero perdute!
Ovvero andrebbero a vantaggio dei soldati! Le avremmo fatte proprio per loro!
Ora
io non so comprendere come non si sia pensato di trovare, in fra i 5 anni, un
mezzo per accertare la proprietà, adempiendo in certo qual modo, tanto da
potersi premunire contro future eventualità, la condizione dell’Istituto per la
classe media! Si avrebbe potuto inserire nel Programma un semplice rigo: Si
ammettono giovinette della classe media, nei dieci anni, in convitto, mediante
la retta mensile di Lire trenta, restando a carico dei parenti i vestiti, ecc.
ecc. Anzi, dato che la prima condizione è che il locale doveva servire
esclusivamente per tale scopo, dell’Orfanotrofio non doveva farsi cenno alcuno,
o meglio ancora essendoci allora il Carissimo, ed essendo la popolazione entusiasmata
per le orfanelle di Messina, si poteva benissimo modificare o innovare la
deliberazione. Ma non essendosi fatto nulla di questo, ora a me sembra che il
caso sia quasi disperato. Se non altro è abbastanza grave! Al Municipio di Oria
non c’è più il Carissimo, e ci sono due massoni: Parlagreco (Rocco Greco? Ndr)
e Parlatano, i quali propugnano la risoluzione del contratto, e forse avranno
iniziato pratiche presso la Prefettura di Lecce. E’una mia supposizione fondata
sulla richiesta delle due copie e sopra gli intenti massonici dei due nuovi
assessori.
In
quanto al Ferretti, però, debbo dire alla E.V. che in lui non ci scorgo nulla,
coscienziosamente, di torto che egli voglia fare alla E.V. né all’Orfanotrofio.
Ci scorgo solo un so che di solidarietà che vuol mantenere coi colleghi della
Giunta.
Se
quando si cedette il locale alle orfanelle mi si avesse fatto leggere il
contratto, io avrei azzardato qualche pensiero per premunirci per l’avvenire,
ma per me non potei mai sapere effettivamente a chi appartenesse il cespite, se
a […?] Benedetto, se al Dottor Errico, se a V.E., e tanto meno le condizioni
del contratto.
Ora
non saprei come trovare vie d’uscita. Ciò non toglie però che V.E. potrà avere
una più ampia conoscenza delle cose e delle persone, e possa, con la sua mente
fecondissima, trovare il mezzo termine per rilevare (?) un locale così
importante a un Orfanotrofio ed un Esternato che costituiscono finora una vera
Opera di beneficenza e di moralità!
Per
me non posso far di meglio che informare la E.V. e attendere i suoi ordini.
Fò
notare alla E.V. due cose, chi sa potessero valerci. La prima, che il I°
articolo dice: conforme alla dimanda. Il Dottor Errico come fece la
dimanda? Che dimandò? E’ da esaminarsi. La seconda è che noi abbiamo avuto due
ragazze civiline di Oria: la Mazza e la Ribezzo. Questa è ancora con noi. Ma il
Programma ci tradisce.
Inoltre,
qui si dovrebbe studiare per intero la dimanda fatta dagli Errico, e per intero
la deliberazione. So io pure, perché mi pare avermelo detto gli Errico e V.E.,
che ci fu una 2^ deliberazione dopo la venuta delle orfanelle, con cui si
cedevano i corpi bassi che il Municipio aveva riserbato a sé. In quali termini
era questa 2^ deliberazione?
Insomma
si dovrebbe tutto bene esaminare, e sottoporre forse ad un avvocato dei
migliori. O venire ad accordi! Ma quali accordi con massoni?
La
povera Superiora si è preoccupata di questo pericolo, e se divenisse realtà,
dove dovremmo andare? Dove trasportare l’Orfanotrofio?
***
Era
in sul finire questa lettera quando mi giunse il telegramma della E.V. con cui
recideva ogni speranza di potere avere Gesù Sacramentato nell’Oratorio di San
Benedetto!
Non
le nascondo, Eccellenza, che questa negativa mi giunse amara! ….Dopo cinque
anni di aspettazione in cui ci lusingavamo che finalmente la E.V. avrebbe
condisceso ad un santissimo desiderio, questa recisa negativa non poteva non
affliggermi! E tanto più in quanto che per me è proprio incomprensibile come
in un tempo in cui c’è tanto bisogno di spingere anime a pregare e gemere innanzi
al Santo Tabernacolo, la E.V., col negarci Gesù Sacramentato viene a scemare il
fervore, a restringere la pietà, non potendosi più attuare la visita continua
alternata al SS. Sacramento tutto il giorno, qualche volta per qualche ora di
notte, cosa che è impossibile di attuare nella Chiesa delle Benedettine per
valevoli ragioni. Ed Oria, specialmente, à tanto bisogno di anime umili e
innocenti che preghino innanzi al Sacramentato Iddio e lo compensino per tanta
freddezza e forse per tanti sacrilegi! .... Incomprensibile, replico, mi giunse
la negativa così recisa della E.V., pure perché oggi la S. Chiesa à aperto in
modo più particolare i tesori della SS. Eucaristia, e chiama e invita tutto il
mondo ai Piedi di Gesù Sacramentato e si sforza di renderlo accessibile a tutti!
Per cui senza nessuna difficoltà suole permettere gli Oratori privati
Sacramentali alle Comunità e agli stessi Educandati diretti da Suore, non
ostante che abbiano Chiesa pubblica annessa sacramentale! Es., noi in Messina
nel Monastero dello Spirito Santo, le Figlie della Carità in Oria, e migliaia
di altri simili esempii.
Ciò
non di meno, gli ordini e la volontà dei Superiori sono sacri! Sacri quantunque
incomprensibili! Io mi inchino dinanzi al reciso divieto della E.V. e lo venero
tanto più quanto meno lo comprendo. Alle povere Suore e alle povere orfanelle nulla
finora ò detto della recisa negativa di V.E.. Povere figlie aspettano
ansiosamente e dicono che questa volta la E.V. avrà pietà di loro e accorderà
la Grazia! Si figuri V.E. che tutta la Novena del nome SS. Di Gesù, cioè dal 22
al 31 gennaio, giorno in cui abbiamo festeggiato il SS. Nome, ogni notte,
alternativamente da una notte all’altra, quattro o cinque della Comunità
facevano un’ora di veglia e di preghiere dinanzi al Tabernacolo vuoto! Poverine
stanno ad aspettare il Messia! Io temerei di partecipare loro la recisa negativa
di V.E. perché, attesa la umana fragilità, ci sarebbe da temere un abbattimento
spirituale; tanto più che tanto il giorno quanto la notte queste povere figlie
pregavano con grande entusiasmo per la E.V. Et sicut oculi servorum in
manibus dominurum suorum, sicut ancillae in manibus dominae suae, mi erano
rivolti gli sguardi di queste povere Suore (che tanto si sono sacrificate) e di
queste povere creaturine alle sacre mani della E.V. donec avesse avuta
di loro pietà! Io non insisto, non intendo insistere presso E.V. perché con
taglio radicale me lo proibisce! Ricordo però benissimo che una volta V.E. mi
disse che la proibizione non partirebbe direttamente da V.E. ma da altri
Personaggi. Questo ricordo che in questo momento mi viene mi farebbe pregare V.E.
che se fosse possibile mi facesse conoscere chi è che la proibisce tra gli alti
Personaggi di S. Chiesa ed io le assicuro, Eccellenza, che con esporgli le mie
umili e motivate dimande, otterrei la sospirata Grazie! Sempre però che la
proibizione non fosse stata della E.V. perché senza il volere e il beneplacito
delle E.V. Le giuro che nemmeno per concessione Pontificia terrei il SS.
Sacramento in quell’Oratorio! O’ rispettato sempre i Vescovi come le persone stesse
degli Apostoli, così ò venerato sempre i Vescovi dove tengo le Case, così venero la E.V.! E mentre si è
presa questa responsabilità in coscienza, io debbo acquietarmi e non insistere
di più. Potrebbe anche darsi che V.E. si mostrasse così negativo per esercitare
la Fede della Comunità; potrebbe anche darsi che quello che non si concede
oggi, crederebbe giusto concederlo in altre circostanze più opportune.
Mi
perdoni la E.V. se l’ò intrattenuta su quest’argomento: mi compatisca perché il
colpo mi è riuscito molto sensibile!
***
Tornando
ora all’argomento del Monastero e delle pretese dell’attuale Municipio, sono ai
comandi di V.E. che vuole che faccia.
Termino
con baciare le sacre mani alla E.V. e implorando genuflesso la sua Pastorale
Benedizione per tutti i miei e per me, con ogni perfetto ossequio mi dichiaro:
della V.E.
Umilissimo
devotissimo servo
Canonico Annibale
M. di Francia
domenica 24 maggio 2020
ORIA - CHI ERA ROSARIA GRECO?
![]() |
Rocco e Rosaria Greco |
Belle domande, a cui non è facile rispondere con pochi
righi.
La domanda “Chi era Rosaria Greco?” trova risposta nel
contenuto del libretto post mortem scritto dal padre, dal titolo “In memoria di
Rosaria Greco”, che potete leggere al seguente LINK (se vi riesce difficile con
lo smartphone vi consiglio di utilizzare un computer). L’unica cosa che non
troverete scritta è la malattia che le causò la morte quando ancora non aveva
compiuto 16 anni.
Per rispondere all’altra domanda “Perché dovrebbe
essere ricordata, commemorata?” devo necessariamente parlarvi del suo papà:
Rocco Greco.
Ciò premesso, devo evidenziare che l’occasione per scrivere
nei giorni scorsi di Rosaria Greco mi è stata data da un sopralluogo che ho
effettuato il giorno 14 c.m. in Via Vela, dovendo confezionare un articolo relativo
alla toponomastica (LINK). Percorrendo detta strada periferica, mi sono
soffermato ad osservare per qualche minuto, dall’esterno, il “Centro Sociale
ANNIBALE MARIA DI FRANCIA delle Suore Figlie del Divino Zelo”.
Tornato a casa, chissà perché, come stregato, come
attirato da non so che, sono stato letteralmente calamitato da un'assillante curiosità,
ovvero ricercare notizie sull’origine di detto istituto.
L’unico mezzo per colmare la mia curiosità, non
potendo recarmi nella biblioteca e/o archivio storico comunale (in quanto ancora chiusi), era di cercare
qualche dato in alcuni libri della mia modestissima collezione. La fortuna mi
ha arriso, facendomi leggere alcune pagine di un libro donatomi dal
compianto prof. Alvaro Ancora, con tanto di dedica autografa datata 15 luglio 2013. In una delle pagine, dedicate alla presenza in Oria, agli inizi del secolo scorso, di Padre Annibale Maria di Francia, era riportato lo stralcio del testamento olografo di Rocco Greco, genitore di Rosaria.
compianto prof. Alvaro Ancora, con tanto di dedica autografa datata 15 luglio 2013. In una delle pagine, dedicate alla presenza in Oria, agli inizi del secolo scorso, di Padre Annibale Maria di Francia, era riportato lo stralcio del testamento olografo di Rocco Greco, genitore di Rosaria.
"....voglio
anche destinare [....] parte di dette mie sostanze all'Orfanotrofio Antoniano
Femminile del luogo, il quale assumerà gli obblighi come appresso indicati
[....]
-
Parte del fondo Vela o Parietone con la Casina Civile, fabbricati annessi e
connessi ed accessori, ove ho vissuto per circa sedici anni con la mia cara
Rosaria, e perciò ricco di innumerevoli incancellabili ricordi che per me lo
rendono inestimabile.
All'Orfanotrofio
Antoniano Femminile del luogo, mobili, biancheria ed ogni suppellettile esclusi
- perchè vi venga dalla Direzione del detto Istituto creata una Colonia, se non
permanente, almeno estiva, di conveniente numero di Orfane di menomata salute
fisica, convertendo in Cappella la camera ove la mia Rosaria esalò la sua
bell'anima a Dio ed apponendo sul frontespizio del fabbricato civile ed a
caratteri cubitali la seguente dicitura: Colonia Rosaria Maria Egidia [....]
Preciso anche che l'intero salotto con la radio Fada si apparterranno al
precitato Orfanotrofio Antoniano Femminile per mobiliare in permanenza la sala
di entrata di Casina Parietone [....]. Sui due fiorenti Orfanotrofi Antoniani
Maschili e Femminile, ammirata opera di carità e di fede del compianto
Fondatore Canonico Annibale Maria di Francia, il cui fervido apostolato viene
perpetuato dal Rev.mo Padre Francesco Vitale, piovano le benedizioni di Dio e
dell'Umanità beneficata e l'augurio di ogni prosperità [....]
Oria, dalla Casina Parietone 18 luglio 1943 - Rocco Greco"
Sempre
rovistando nei miei libri ho rintracciato qualche notizia sulla figura di Rocco
Greco, che andasse oltre quello che molti oritani hanno sempre sentito dire,
ovvero “quel Rocco Greco, podestà in Oria durante il fascismo, passato alla storia
come quello che nel 1933 permutò il castello normanno-svevo con Palazzo Martini
di proprietà del Commendator Giuseppe Martini Carissimo.” Giova evidenziare che
negli ultimi anni, in occasione dell’acquisto del castello da parte della Borgo
Ducale srl, avvenuto nel 2007, molti, nel leggere l’atto di permuta del 1933,
hanno forse frettolosamente pensato (e
scritto) che il fascistissimo podestà Rocco Greco (LINK) fece un regalo al Martini Carissimo. Per capire come effettivamente si arrivò a quella permuta vi consiglio
di leggere il libro di Glauco Caniglia “Il Castello di Oria, vicende giuridiche
e prospettive….”
Rocco
Greco, nato in Oria il 26 ottobre 1881, era figlio di Antonio, proprietario
terriero che fu assessore comunale nella Giunta capeggiata dal Cav. Francesco
Milizia (1905-1906). Fra i fratelli e sorelle di Rocco mi è stato possibile
rilevare finora due nomi: Innocente e Francesco. Rocco studiò e conseguì la
laurea di Dottore in Farmacia; partecipò alla prima guerra mondiale come
Ufficiale degli Alpini (riportando una mutilazione), in congedo col grado di Tenente Colonnello. E’ stato
sindaco di Oria dal 03/08/1924 al 20/06/1926. Con l’avvento del Fascismo, fù
uno dei primi ad iscriversi al Partito Nazionale Fascista e fedelissimo al Duce
ricoprì per ben 6 volte, non consecutive,
la carica di Podestà (fino al
22/07/1939). Carica podestarile che ricoprì anche nella vicina Erchie nel 1926-1927.
Forse non sbaglio se affermo che egli ha il primato come durata alla guida del
governo della città, se si considera che fra la carica di Sindaco e di Podestà
ha esercitato per 150 mesi, pari a complessivi circa 12 anni e 6 mesi.
Per le sue doti e le sue benemerenze fu
insignito dell’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia e, a differenza di qualche amministratore del nostro tempo, non usava firmare anteponendo il titolo di Dr.
e/o di Cav.
Nella
vita privata fu un uomo molto provato dalle avversità: il 2 febbraio 1925 gli
muore il figlio Antonino di appena sei mesi; il I° settembre 1925 nasce la
figlia Rosaria che muore, non ancora sedicenne, il 21 maggio 1941, a seguito di
alcuni anni di sofferenza causata da una malattia allora incurabile (tisi,
mi è stato riferito); dopo pochi mesi, la moglie si ammalò di tifo e morì il I°
gennaio 1926. Rocco Greco, distrutto dal dolore causato dalla prematura morte
della diletta figlia Rosaria (Sara), insieme alla quale aveva vissuto per oltre 15 anni, morì all’età
di 62 anni.
Durante
il Fascismo, per combattere la disoccupazione furono avviati lavori pubblici:
la costruzione dell’edificio scolastico “De Amicis” dopo la demolizione del
Palazzo dei Celestini
(avvenuta nel 1912, prima dell'avvento del Fascismo, per volere del sindaco Gennaro Carissimo); la pavimentazione di Via Pasquale Astore e Via
Castiglione; la realizzazione di parte della strada per il Santuario di San
Cosimo; nell’aprile 1926 ci fu l’inaugurazione della rete elettrica pubblica; intorno
al 1927 l’acqua del Sele giunse ad Oria e fu avviata la costruzione della rete
fognante, che fu completata con la costruzione delle vasche di spurgo sulla via
per Torre SS; furono innalzati tre monumenti: a Costantino nel piazzale della
Cattedrale, il Fante Glorioso nell’attuale piazza Lorch, il monumento ai Caduti
della Prima Guerra Mondiale nel piazzale antistante il cimitero; fu acquistato
il terreno da adibire a campo sportivo (ove adesso trovasi il municipio e l’adiacente
area archeologica). Nell’attuale piazza De Jacobis, ove adesso è ubicato l’ufficio
postale sorse La Casa del Fascio, un immobile a tre piani che ospitava la sede
del Partito Nazionale Fascista, la sede della GIL (Gioventù Italiana del
Littorio) la sede della ONB (Organizzazione Nazionale Balilla); la sede dei
Giovani Italiani e degli Avanguardisti.
In
Italia il Fascismo instaurò un duro regime poliziesco, gli oppositori venivano
arrestati, imprigionati o costretti al confino, cioè a vivere in una località lontana
dal luogo di residenza e dalla famiglia. Nella sola provincia di Brindisi, tra
il 1926 e il 1943, furono 76 i confinati politici. Ad Oria fra coloro che subirono
arresti e provvedimenti di confino, ho rilevato i seguenti nomi: Cosimo Delli
Santi (padre di Albino, deceduto di recente), Luigi Oggiano, Salvatore Mingolla e Pasquale Galiano. Quest’ultimo, primo sindaco comunista, è colui
che è stato il più perseguitato dal regime fascista (LINK in questo blog)
Interessante, altresì, da leggere la pagina 67 del libro che potete scaricare al seguente LINK
Inevitabilmente
il dissenso e le conseguenti persecuzioni crearono odio, astio, dissapori e rancori fra coloro che gestivano il potere e una parte dei cittadini.
Per
legge il Podestà, coadiuvato da una
Consulta municipale, accentrava su di se ogni funzione politico-amministrativa
al pari dei Commissari Straordinari dei giorni nostri. In pratica però il potere
veniva anche esercitato (a volte abusandone) dal Segretario del
Fascio e dai vari gerarchi.
Fra
i Segretari del Fascio vengono maggiormente ricordati Paolo Filotico (padre del compianto Titti), Gaetano
Scazzeri, Francesco Greco (fratello di Rocco), Arnaldo Scardapane. Fra i vari
gerarchi fascisti, ovvero componenti del Direttorio, vengono maggiormente
ricordati: Italo Caniglia, il rag. Giuseppe Palazzo, l’Ins. Giuseppe Proto, il
rag. Pasquale Fullone. Mi è stato altresì riferito oralmente che un uomo del
regime, alquanto attivo, era tale Don Peppu Ti La Posta (cognome PEPE)
Il
compianto avvocato Cosimo Iacovazzi, in un’intervista di circa 20 anni fa ebbe a
dichiarare:
“Mio
padre aveva la licenza elementare; reduce della guerra 1915-18, durante la
quale aveva ricevuto sul campo dai francesi una medaglia di merito, venne
assunto come vigile urbano. Egli non aveva la tessera fascista e, per
controversie con il segretario politico del tempo, venne licenziato. Un giorno
c’era un’adunata fascista in Piazza Manfredi e mentre quel segretario politico
arringava la folla, passava, in piazza, mio padre che teneva me per mano (avevo
due anni) e mia madre che era incinta di mia sorella Maria (era l’anno 1927).
Il segretario, additando mio padre alla folla, disse: “In questo momento passa
un nemico della patria, un sovversivo”, scese dagli scalini del Sedile e sferrò
un calcio che colpì al basso ventre mia
madre. Questo gesto provocò l’indignazione di tutti, persino degli stessi
fascisti, molti dei quali abbandonarono la piazza.” (Libro scuola
media Oria, anno scolastico 2001-2002 dal titolo MOMENTI….. IL VENTENNIO
FASCISTA IN ORIA)
A
proposito di Pasquale Galiano è degno di nota quanto segue: ebbe otto figli e a 5 di
essi diede nomi dal pregnante significato ideologico, libertario ed
antifascista: Libertà, Libero pensiero, Libero amore, Eguaglianza e Giustizia,
successivamente modificati contro la sua volontà in virtù di una sentenza del
Tribunale di Brindisi. Durante uno dei tanti periodi di detenzione o
confino, la moglie si recò al Comune di Oria per chiedere assistenza per la
figlia Libertà, gravemente malata, ma il Podestà rifiutò dicendo: “Meglio se
muore”. Quando Libertà morì a Pasquale fu concesso di assistere ai funerali.
Dopo poco tempo anche la figlia del Podestà morì.” (da un’intervista ad Aurora,
figlia di Pasquale Galiano) [(Libro scuola media Oria, anno scolastico
2001-2002 dal titolo MOMENTI….. IL VENTENNIO FASCISTA IN ORIA]
Rocco
Greco, oltre ad essere un fedelissimo del Duce ed avere influenti ed importanti
amicizie anche fuori Oria, era sicuramente dotato di quei requisiti necessari
per esercitare le funzioni di Podestà, come si può rilevare dal contenuto di
una relazione del Prefetto Perez al Capo di Gabinetto del Capo del Governo,
datata 13.11.1929: “……..Ad Oria fu necessario addivenire allo scioglimento
del Direttorio del Fascio, del quale facevano parte due impiegati del Comune
che ne abusavano per violare i loro doveri d’ufficio…… Il dissidio tra il
Podestà Cav. Dott. Rocco Greco e il
Segretario Politico è stato transitorio ed ebbe origine dalle contravvenzioni
elevate a carico di certo_________ per violazione alla legge sulla disciplina
del commercio. Il fascio parteggiava per il Segretario politico, destando il
risentimento del Podestà, che peraltro da qualche tempo, e dopo lo scioglimento
del Direttorio è tornato in buoni rapporti con il dott.___________
Il Podestà Dott. Rocco Greco, che è un vecchio fascista, ha certamente carattere autoritario in parte modificato, dopo ripetuti richiami avuti da me. D’altro canto, in un paese come Oria che già risentiva del sovversivismo della vicina Francavilla Fontana un podestà poco energico non sarebbe assolutamente indicato. Invero io ho pensato ripetutamente alla sostituzione del podestà, che mi ha accennato varie volte di dimettersi, ma mi sono arrestato di fronte alla difficoltà della scelta perché se qualche elemento più idoneo del Greco esiste in Oria per assumere alla carica di Podestà, esso non è iscritto al Partito, che localmente non offre uomini utilizzabili alla bisogna. …..”
Il Podestà Dott. Rocco Greco, che è un vecchio fascista, ha certamente carattere autoritario in parte modificato, dopo ripetuti richiami avuti da me. D’altro canto, in un paese come Oria che già risentiva del sovversivismo della vicina Francavilla Fontana un podestà poco energico non sarebbe assolutamente indicato. Invero io ho pensato ripetutamente alla sostituzione del podestà, che mi ha accennato varie volte di dimettersi, ma mi sono arrestato di fronte alla difficoltà della scelta perché se qualche elemento più idoneo del Greco esiste in Oria per assumere alla carica di Podestà, esso non è iscritto al Partito, che localmente non offre uomini utilizzabili alla bisogna. …..”
Secondo
le risultanze delle ricerche del prof. Alvaro Ancora, Rocco Greco nel 1914-1915
sarebbe stato considerato un “massone” e insieme ai Consiglieri Comunali Zaccaria
Pinto, Nicola Salerno Mele ed Arcangelo Parlatano si teneva in contatto con la
Loggia Massonica di Taranto. Per il Parlatano ed il Greco esiste la
testimonianza scritta di Padre Annibale (lettera del Di Francia al Vescovo Di
Tommaso del 31 gennaio 1915). Nella seduta consiliare del 24 luglio 1914 per le
elezioni del Sindaco e della Giunta, Salerno Mele venne nominato sindaco, Greco
assessore delegato e Parlatano assessore ai lavori pubblici.
Dopo
questi accenni sulla figura di Rocco Greco e su alcuni aspetti del periodo
fascista in Oria, torno a parlare del libretto “In memoria di Rosaria Greco”.
Rocco
Greco scrive:
-
all’alba del 5 maggio impetra dalla Madonna Ausiliatrice la grazia della sua
guarigione; presenta alla Stessa il suo voto di castità e implora perdono
per i miei peccati;
-
verso la sera del giorno 7 mi dice “Papà mi sento fiacca…… La Madonna mi
porterà con sé.”
-
verso le ore 11:00 del 13 maggio, la figlia Rosaria ha una
visione ad occhi aperti, riferendo ai presenti che le sono apparse varie figure
(Gesù Crocefisso, la Madonna che schiaccia la testa al serpente, alcuni
Santi, l’Eterno Padre con un grande libro in mano, etc.);
-
che Rosaria morì alle ore 1 del 21 maggio, giorno dedicato alla Vergine
Santissima della Croce;
-
parole struggenti quelle dette da Rocco Greco al cimitero. Parole che mi hanno
toccato e mi toccano profondamente ogni volta che le rileggo. A mio parere è
una sorta di testamento spirituale e materiale, concludendo che non vede l’ora
di riunirsi con la figlia diletta, ma anche con la moglie ed il piccolo Antonino.
Degno di nota il seguente passaggio “ Ossequiente alla volontà di mia
figlia, Vi prego di perdonarmi se involontariamente Vi arrecai offese, così
come io a tutti ho perdonato”.
Sicuramente
tanto dolore lo portò alla morte. Morì circa due anni dopo, all’età di 62 anni
dopo aver scritto di proprio pugno il testamento col quale donava alle suore dell’Orfanotrofio
Femminile la casina del Parietone con annessi e connessi. Per il momento mi
fermo qui, riservandomi di tornare a scrivere per spiegarvi altro.
P.S.:
non so a voi, a me ha fatto molto riflettere un filo comune che lega alcuni
accadimenti che hanno avuto come protagonisti Rocco Greco e la figlia nel mese
di maggio 1941. Filo comune di carattere altamente religioso. Mi riferisco alla
Madonna. Il 13 maggio, giorno in cui Rosaria ebbe una visione celestiale, mi ricorda l’apparizione della Madonna ai tre
pastorelli di Fatima, avvenuta anni prima. Una domanda nasce spontanea: altri prima di me hanno
fatto queste riflessioni? A qualcuno è mai venuto in mente negli scorsi decenni
di chiedere la beatificazione di Rosaria Greco?
giovedì 21 maggio 2020
ORIA - PERSONE LEGATE A SARA GRECO, DOPO AVER VISTO IL MIO POST ........
Dico stranamente perchè non ci vuole la zingara a capire che mi hanno COPIATO, dopo aver visto quanto avevo pubblicato la scorsa notte.
Prova ne è il fatto che negli anni scorsi non si sono mai ricordati di tale ricorrenza!
Lo prova il fatto che stamattina ero l'unica persona che ha partecipato alla messa in suffragio di Sara Greco, celebrata da Don Francesco Sternativo nella cappella del Centro Sociale del Parietone, alla presenza di alcune suore.
Lo prova il fatto che stamattina ero l'unica persona che ha partecipato alla messa in suffragio di Sara Greco, celebrata da Don Francesco Sternativo nella cappella del Centro Sociale del Parietone, alla presenza di alcune suore.
Sono comunque contento. L'importante è divulgare al massimo il ricordo di Sara Greco e del suo papà.
Colgo l'occasione di informare i due coniugi, nonchè i loro lettori su Facebook e quanti altri eventualmente interessati, che nei prossimi 11 mesi ci saranno altre messe in suffragio di Sara Greco e che in occasione dell'80° anniversario della morte (21.05.2021), le suore del Divino Zelo organizzeranno una solenne celebrazione pubblica.
Ciò premesso, mi piacerebbe scoprire la presenza di persone legate a Sara Greco (da ....) in occasione delle prossime messe nella cappella del Parietone. Cappella che prese il posto della stanza dove visse la giovane Sara Greco.
![]() |
AI PIEDI DELL'ALTARE UNA FOTO DI SARA GRECO |
giovedì 14 maggio 2020
ORIA - IL TOPONIMO VIA VELA NON SI TOCCA !!!!
La Giunta Comunale avrebbe deciso di cambiare denominazione a Via Vela, in assenza, ANCORA UNA VOLTA, di una Commissione Toponomastica (formata anche da esperti).
Stando a una confidenza fattami, la nuova denominazione dovrebbe essere "Via dello Sport" o "Via Giovanni Falcone" (in questo caso la relativa targa dovrebbe essere inaugurata in occasione dell'anniversario dell'eccidio di Capaci).
Sempre stando alla confidenza fattami, tale decisione sarebbe la conseguenza di reiterate lamentele da parte di alcuni residenti in Via Vela, i quali a causa della mancanza di numeri civici all'ingresso delle loro residenze subiscono continui disagi dovuti alla mancata/ritardata/errata consegna di merci, plichi o corrispondenza da parte di corrieri e portalettere.
Mi è venuto il sospetto che i Signori del Palazzo che hanno anticipato tale decisione ai residenti sconoscono che quella strada ha un regolare toponimo (Via Vela), assegnato dal Consiglio Comunale con delibera n.107 del 15/07/1972, e che è inserita nelle varie mappe satellitari (Google maps, etc.).
Il suo nome deriva dalla contrada che si estende al di là del Parietone. Il toponimo Vela era già presente nel 1500.
Nella toponomastica uno dei principi fondamentali nell'assegnare i toponimi è conservare i riferimenti legati alla storia e alla cultura locale. Esistono altre vie la cui origine è legata a nomi di contrade (Via Visciglio, Via Frascata, Via Crocefisso, Via Cuturi, Via Madonna della Scala, Via Pappadà, Via San Lorenzo).
A mio parere non ci sono i presupposti per procedere alla ridenominazione della via in questione.
L'unica risposta alle lamentele dei cittadini è l'apposizione dei numeri civici, nonchè di due targhe toponomastiche (una all'intersezione con Via Francavilla e l'altra all'intersezione con Via Crocefisso). In verità, per risparmiare tempo e denaro pubblico, si potrebbero utilizzare le due targhe esistenti sostituendo la parola CONTRADA con VIA. E' un diritto dei cittadini; è un dovere del Comune. Non lo dico io, ma la normativa vigente!
Mi riservo di tornare sull'argomento una volta pubblicata la delibera nell'albo pretorio del Comune, allo scopo di valutare eventuali azioni di contrasto nei modi e termini previsti dalla legge.
Stando a una confidenza fattami, la nuova denominazione dovrebbe essere "Via dello Sport" o "Via Giovanni Falcone" (in questo caso la relativa targa dovrebbe essere inaugurata in occasione dell'anniversario dell'eccidio di Capaci).
Sempre stando alla confidenza fattami, tale decisione sarebbe la conseguenza di reiterate lamentele da parte di alcuni residenti in Via Vela, i quali a causa della mancanza di numeri civici all'ingresso delle loro residenze subiscono continui disagi dovuti alla mancata/ritardata/errata consegna di merci, plichi o corrispondenza da parte di corrieri e portalettere.
Mi è venuto il sospetto che i Signori del Palazzo che hanno anticipato tale decisione ai residenti sconoscono che quella strada ha un regolare toponimo (Via Vela), assegnato dal Consiglio Comunale con delibera n.107 del 15/07/1972, e che è inserita nelle varie mappe satellitari (Google maps, etc.).
Il suo nome deriva dalla contrada che si estende al di là del Parietone. Il toponimo Vela era già presente nel 1500.
Nella toponomastica uno dei principi fondamentali nell'assegnare i toponimi è conservare i riferimenti legati alla storia e alla cultura locale. Esistono altre vie la cui origine è legata a nomi di contrade (Via Visciglio, Via Frascata, Via Crocefisso, Via Cuturi, Via Madonna della Scala, Via Pappadà, Via San Lorenzo).
A mio parere non ci sono i presupposti per procedere alla ridenominazione della via in questione.
L'unica risposta alle lamentele dei cittadini è l'apposizione dei numeri civici, nonchè di due targhe toponomastiche (una all'intersezione con Via Francavilla e l'altra all'intersezione con Via Crocefisso). In verità, per risparmiare tempo e denaro pubblico, si potrebbero utilizzare le due targhe esistenti sostituendo la parola CONTRADA con VIA. E' un diritto dei cittadini; è un dovere del Comune. Non lo dico io, ma la normativa vigente!
Mi riservo di tornare sull'argomento una volta pubblicata la delibera nell'albo pretorio del Comune, allo scopo di valutare eventuali azioni di contrasto nei modi e termini previsti dalla legge.
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