Oria ignorata. Il Volto ri-trovato
Quello che la
storiografia aveva dato per acquisito oggi è oggetto di riesame, è re-interpretato
alla luce di nuovi metodi di indagine storiografica, delle nuove fonti della
storia e dal loro intrecciarsi nel tessuto della grande storia nazionale ed
europea.
Per Eugenio
Montale la Storia è “Magistra di
niente”; una “rete a strascico” che gratta il fondo, con qualche strappo, donde
“più di un pesce sfugge”.
Nello spirito di
recupero dei ‘pesci’ sfuggiti dalla rete, l’Istituto per la Storia del
Risorgimento Italiano, in collaborazione con l’Unisalento e la SS.PP. di Lecce, ha
avviato un discorso storico e storiografico per grattare il fondo dell’oblio e ri-prendere qualche pesce sfuggito
dalla rete. Con convegni internazionali di studio ha portato alla luce eventi e
personaggi ‘dimenticati’ o poco noti, uno dei quali è stato il teorico e critico
d’arte del XVIII sec. Francesco MILIZIA (1725-1798), Neapolitanus che varcò la siepe,
spinto dalla brama di conoscere, sorretto dalla fede nel progresso guidato
dalla ragione, in un momento in cui tutta l’Europa del XVIII era pervasa da una
‘nuova scienza’, il grande moto riformatore ispirato dalle LUMIÈRES che, con gli enciclopedisti Diderot, d’Alembert, Voltaire,
contribuì a fornire sollecitazioni critiche e politiche attraverso la
letteratura, ad aprire nuovi orizzonti di conoscenze con la storia naturale e le
scienze, a suggerire una nuova e più dinamica visione dell’uomo nella storia e
nella società.
Quest’anno è stato
ri-pescato dall’oblio della storia un personaggio di alto profilo culturale,
politico, diplomatico e religioso: l’oritano
Giovanni Battista CARBONE (1694-1750) grazie a tre studiosi salentini, E. De
Simone, F. Frisullo e P. Vincenti, coordinati dal prof. M. Spedicato
dell’Unisalento, che, oltre la siepe,
si distinse a Lisbona in ambiti scientifico, diplomatico, religioso e artistico
alla corte di Carlo V.
Da Oria a Lisbona è stato il primo risultato di una lunga ricerca. Il lavoro, introdotto in Oria l’8 luglio, sarà presentato nella Universidade NOVA di Lisbona il prossimo 16 nov. h.18,00, Gabinete de Estudos Olisiponenses, alla presenza di: Joao Luis Lisboa Universidade Nova, Gaetano Sabatini, Università Roma Tre, Mario Spedicato; e gli autori del volume.
Liber Baptizatorum IV, 1684-1720. |
Il palcoscenico sul quale si avviò l’avventura umana di Giovanni Battista Carbone, tutta inclusa nella prima metà del ‘700, fu ORIA e si concluse a Lisbona.
Inizialmente Carbone fu uno scienziato-astronomo: studiava metodicamente i dati delle rilevazioni delle fasi delle eclissi applicabili in geodesia e nella cartografia. Per un bizzarro gioco del destino, divenne consigliere fidatissimo e influente del sovrano Carlo V, rivelandosi abilissimo diplomatico e intermediario tra la corte lusitana e gli altri Paesi europei, Roma compresa, per risolvere questioni nodali scientifiche e politiche. Rilevante fu anche la sua influenza in faccende religiose. La Compagnia di Gesù, ordine nel quale egli ebbe un ruolo assai rilevante, subì un brutto attacco circa il metodo d’insegnamento praticato fondato sulla ratio studiorum.
Sebbene riconosciuto fondamentale il ruolo svolto dai gesuiti nella ricerca scientifica, il metodo di insegnamento era ritenuto “retrogrado e conservatore”, in quanto basato sui principi della filosofia aristotelica. L’oritano Carbone, figura chiave dell’ordine gesuita in Portogallo, si trovò in piena querelle tra ‘antichi’ e ‘moderni’ cioè: se e fino a che punto l’orientamento seguito dai gesuitici avesse impedito, ostacolato, o addirittura ritardato la diffusione della filosofia moderna di Copernico, Galileo, Newton.
Egli visse in un
contesto europeo in cui l’orientamento culturale diffuso tra la rivoluzione
inglese (la glorious o bloodless
revolution, 1688) e la rivoluzione francese (1789) si fondava
sull’esercizio critico della ragione umana in ogni settore della vita.
Giovanni Battista Carbone si trovò a
muoversi tra ragioni generali e tensioni operative: tra tradizione superata e
innovazione, tra modelli e valori millenari e la ‘Modernità’.
Quale fu il suo atteggiamento e quali le
problematiche astronomiche, politiche, diplomatiche, religiose che affrontò solo
la lettura dei numerosi carteggi potrà darcela.
Forse bisognava
aspettare questi nostri giorni su cui gravano tante ombre del passato e tanti
orrori del presente perché ciò potesse accadere.
Nel 1903
l’avvocato Baldassarre Terribile denunciava “l’incomprensibile silenzio dei
cosiddetti storici locali, su un personaggio di assoluta rilevanza a livello
scientifico, politico e diplomatico”: Giovanni Battista CARBONE. Ben noto negli
ambienti accademici e politici europei, indagato dalla storiografia portoghese,
che ne ha recuperato la sua “missione” diplomatica al servizio della corona
lusitana e il pregevole contributo alla scienza astronomica, in Italia è stato
dimenticato dagli storici del suo stesso ordine e pure dagli eruditi del suo
loco natio.
È auspicabile un abbraccio culturale tra l’Atlantico e il
Mediterraneo attraverso un Gemellaggio.
L’abbraccio tra Atlantico e Mediterraneo |
Copertina del libro |