ORIA (BR): Via Fratelli Bandiera. Fg.39, particella 43
(a cura della D/ssa Grazia Angela Maruggi, archeologa)
(a cura della D/ssa Grazia Angela Maruggi, archeologa)
La campagna di scavo, svoltasi in Oria nei mesi di giugno e luglio 1991 in collaborazione con il personale scientifico dell'Università degli Studi di Lecce, ha interessato un'area relativamente poco estesa, inserita però in un settore di notevole interesse dell'insediamento antico, in cui si erano già registrati rinvenimenti archeologici riferibili soprattutto a tombe.
Elementi relativi all'abitato medioevale erano invece emersi nel corso di un intervento di emergenza effettuato dalla Soprintendenza nel 1989. Poco più a nord dell'area è inoltre ubicata la contrada Ciriaco-Maddalena in cui, nel corso di alcune campagne di scavo condotte soprattutto negli anni 70, si è potuto indagare un ampio tratto della necropoli messapica arcaica e ellenistica.
Dal punto di vista topografico l'area saggiata si trova ai piedi della piccola collina che fronteggia a ovest il colle del castello svevo ed è delimitata a est dalla via Fratelli Bandiera.
Le indagini quivi effettuate hanno permesso di raccogliere dati relativi alla frequentazione della zona durante un arco cronologico molto vasto che va dall'età del bronzo al periodo svevo-angioino.
Le prime fasi di occupazione sono testimoniate dal rinvenimento di una bella olla ad impasto, dalla forma quasi interamente ricostruibile, tagliata per l'impianto di un grande muro di terrazzamento ellenistico. Ulteriori dati relativi al primo periodo di occupazione potranno venire dall'approfondimento dello scavo, che in questa fase dell'indagine è stato limitato nella maggior parte dell'area alla rimozione dei livelli di accumulo tardi sulle strutture. Alle fasi arcaiche è riferibile il rinvenimento di un pithos ad impasto utilizzato per una sepoltura ad enchytrismos. Del corredo facevano parte una coppetta e un'olletta databili nella seconda metà del VI sec. a.C.. Il pithos era inglobato in una sistemazione pavimentale probabilmente contemporanea, delimitata da un muro a pietre irregolari.
Alle fasi più antiche si riferisce ancora una struttura messa in luce nella parte est dell'area di scavo: si tratta di una piccola cassa ricavata in due blocchi di calcare giustapposti riferibile forse a un ripostiglio tombale, collegato probabilmente con elementi della necropoli dislocati più ad est, oltre l'attuale limite di scavo. All'interno sono stati rinvenuti resti antropologici e materiali ceramici databili dal V al II sec. a.C..
I resti più imponenti sono costituiti da strutture murarie riferibili ad età ellenistica. Due grandi muri, spessi più di un metro e con andamento est-ovest e nord-sud, sembrano infatti costituire il terrazzamento e la delimitazione di un'ampia area aperta, che occupa tutta la parte centrale dello scavo, all'interno della quale è stato rinvenuto un grande e profondo pozzo riempito in età ellenistica.
Alle fasi ellenistiche di III-II sec. a.C. appartiene inoltre un ambiente messo in luce nell'angolo nord-ovest dell'area di scavo. All'interno è stato trovato un battuto, impermeabilizzato nella faccia superiore da un rivestimento di intonaco, riferibile con tutta probabilità alla vasca di un ninfeo.
Con le fasi repubblicane si interrompe l'uso dell'area che riprende, dopo un lungo periodo di abbandono, in età medioevale.
Numerose strutture infatti si datano in base alla ceramica al XIII-XIV sec. d.C.. A queste fasi vanno anche riferiti alcuni dei livelli di scarico e di crollo visibili nella grande sezione sulla via Fratelli Bandiera.
Un ambiente con copertura di tegole è stato messo in luce nella parte nord-est dell'area di scavo. Nei pressi sono disseminate numerose buche di scarico di dimensioni più o meno grandi, evidentemente collegate alle fasi di uso dell'ambiente. La ceramica, rinvenuta in grande quantità nei riempimenti, è costituita da brocche e piatti dipinti a "linee sottili" e da forme aperte invetriate e dipinte.
All'ambiente è inoltre da collegarsi un piccolo forno, probabilmente per alimenti.
Nell'area racchiusa dai muri di delimitazione ellenistici sono stati individuati e scavati numerosi silos di dimensioni piuttosto grandi, da collegarsi chiaramente alle strutture abitative che sembrano concentrarsi nella zona più a valle, verso la via Fratelli Bandiera. La ceramica rinvenuta nei riempimenti, molto abbondante è in forme spesso quasi complete, fornisce un ampio e interessante campionario delle forme in uso in età sveva e angioina.
Il vincolo proposto è soprattutto volto alla tutela dei resti antichi in un centro in cui le emergenze di carattere archeologico, finora conservate, sono ben poche rispetto ai numerosissimi rinvenimenti effettuati fin dalla fine dell'800, che costituiscono una chiara testimonianza della grande importanza rivestita dal centro di Oria nell'antichità.
Giugno 1992