Al Commissario Europeo alla Salute Vytenis Andriukaitis
Al Ministro alle Politiche Agricole On. Maurizio Martina
Al Commissario Delegato Giuseppe Silletti
Al Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano
Oggetto: Incontro del 20 luglio 2015 presso la Prefettura di Lecce riguardante l’emergenza della Xylella fastidiosa nella zona del Salento.
L'intervento del sindaco di Oria. |
Ecco perché non si può pensare che la soluzione del problema possa consistere nella estirpazione degli alberi d’ulivo! Ogni estirpazione di un albero d’ulivo costituisce una ferita profonda nell’identità e nella cultura del popolo salentino; ogni estirpazione di un albero d’ulivo si può paragonare all’abbattimento di un monumento, alla perdita irreversibile di un’importante testimonianza storica. Si potrebbe accettare a cuor leggero che delle chiese antiche o delle opere d’arte venissero distrutte? Allo stesso modo non si può accettare che degli ulivi “monumentali” vengano estirpati senza aver tentato prima tutto il possibile per salvarli, senza aver dimostrato al di là di ogni dubbio (ma in questo caso certezze scientifiche pare non ce ne siano) che l’unica soluzione possibile è, appunto, l’estirpazione. “In dubbio pro reo”, recita un’antica massima latina; “in dubbio pro ulivo”, direi io, secondo un principio di precauzione tanto caro anche al diritto europeo! Ecco perché, e lo voglio dire chiaramente, non possiamo accettare più azioni di polizia come quella avvenuta ad Oria il 7 luglio scorso, con il dispiegamento di centinaia di agenti delle forze dell’ordine, molti dei quali in assetto antisommossa, per estirpare circa 50 alberi d’ulivo. Un’azione avvenuta sul nostro territorio senza avvisare preventivamente il Sindaco e il Comando dei Vigili Urbani e notificando il provvedimento di esecuzione ai proprietari dei fondi agricoli all’alba della stessa mattina in cui sono avvenute le operazioni di espianto.
Un’azione dal sapore autoritario che ha offeso il nostro territorio e, per di più, sproporzionata ed inutilmente dispendiosa, visto che mai ci sono stati ad Oria sulla questione gravi problemi di ordine pubblico che la potessero giustificare. I nostri contadini sono notoriamente persone pacifiche e ragionevoli ed è per questo che, in futuro, auspico che ogni intervento atto ad eradicare e/o a contenere la diffusione della Xylella venga preventivamente discusso e concordato con le associazioni degli agricoltori ed attuato anche attraverso forme di collaborazione e di coinvolgimento del Comune e degli stessi proprietari dei terreni agricoli. Perché non pensare, ad esempio, a forme di incentivi economici agli agricoltori per indurli ad adottare tutti quei sistemi ecosostenibili e biologici atti ad impedire la diffusione della malattia, comunemente individuati nelle c.d. “buone pratiche agricole” (consistenti in arature, potature, ecc. ) senza obbligare all’uso massiccio di fitofarmaci e diserbanti che avvelenerebbero i nostri terreni? Perché non pensare che anche la soluzione estrema dell’estirpazione dell’albero (extrema ratio a cui sarebbe bene non dover mai arrivare) potrebbe essere meglio gestita, ed in maniera sicuramente più economica, affidandola direttamente ai proprietari dei terreni, dietro riconoscimento di un corrispettivo economico?
Si parla impropriamente da un po’ di tempo di epidemia da Xylella e di “zone infette”, ma nel caso di Oria (come nel caso anche di altre zone del Salento) ci troviamo ad avere 2, 3 o forse 20 alberi d’ulivo infetti a fronte di decine di migliaia di alberi sani tutt’attorno. Infatti, la stessa decisione europea del 18 maggio 2015, nelle premesse, paragrafo 5 in pag. 3, afferma che i casi isolati non sono sufficienti per considerare l’area come infetta laddove il batterio è radicabile dalla pianta.
Il sindaco Ferretti consegna del materiale al Min. MARTINA |
Ancora più inaccettabile ed estremamente sproporzionata appare la misura che prevede l’abbattimento degli alberi di olivo sani che si trovino nel raggio di 100m dalla pianta infetta, sia perché la diffusione della Xylella nel Salento appare molto lenta e contenuta e sia perché si verrebbe a determinare una vera e propria desertificazione del territorio. Tale misura, infatti, per essere efficace dovrebbe comportare l’abbattimento di tutte le piante ospiti della Xylella, tra cui un lungo elenco di piante, soprattutto ornamentali, difficilmente controllabili ed, inoltre, prevedere su quei terreni colture alternative risulta alquanto difficile per le condizioni pedoclimatiche della zona che consentono di effettuare con successo solo la coltivazione della vite e dell’olivo.
L’economia di Oria, così come quella di buona parte del Salento, è un’economia prevalentemente agricola che si basa principalmente sull’olivicoltura, mentre lo stesso sviluppo turistico del nostro territorio passa in primo luogo attraverso la tutela del nostro paesaggio tipico, caratterizzato dalla presenza di vaste distese di ulivi secolari e millenari.
E' per questo che la finalità dell’Unione Europa, del Governo nazionale e della Regione Puglia non può essere quella di estirpare gli ulivi secolari ma di curare e contenere la diffusione del batterio con misure alternative e scientificamente valide, che devono costituire la regola rispetto all’abbattimento e non l’eccezione. Distinti saluti.
Lecce, lì 20/07/2015
Il Sindaco di Oria Cosimo Ferretti